I diavoli di via Padova

Via Padova a Milano è una strada lunga più di quattro chilometri, che parte da piazzale Loreto e arriva ai confini della città. Meta di immigrazione fin dall’inizio del Novecento, prima dall’est e dal sud dell’Italia, poi da tutto il mondo, è un luogo di passioni e di abissi, di vita intensa e malavita.

(Cooper 2010, Milieu 2014)

Il romanzo I diavoli di via Padova racconta un mosaico di umanità bruciante, che parla lingue diverse, nel quale si condivide l’integrazione mentre si fanno i conti con le contraddizioni e le difficoltà di una periferia ruvida, tra povertà e desideri di riscatto, vite perdute e speranze.

L’occhio del protagonista, Tes, un flâneur  che vagabonda per il quartiere, conduce il lettore negli anfratti dell’animo degli abitanti di questo angolo sorprendente di mondo, nei bar gestiti da cinesi e frequentati già dal mattino da latinos e nordafricani, negli empori degli indiani e dei bengalesi aperti fino a notte fonda, nella case di ringhiera fatiscenti dove vivono i pusher, i trans, i tossici, i fantasmi dei clandestini. Storie dure, segnate da alcol, violenza, droga, azzardo, miseria, nelle quali si aprono scorci di fratellanza, amore e poesia.

Tutti i personaggi del libro sono ispirati a persone reali, alle quali è stato dato un nome di fantasia. Anche fatti ed episodi, più o meno noti, sono per la maggior parte accaduti davvero.

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